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| 14 Giugno 2017

Linee Guida per il Monitoraggio dei Chirotteri

Con l’intento di promuovere corretti studi sui pipistrelli, che minimizzino l’impatto sulle diverse specie, il GIRC ha prodotto nel 2004 le Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri, utile documento che comprende, oltre alla descrizione delle idonee tecniche di monitoraggio e di analisi dei dati raccolti, anche molte informazioni sulle specie italiane e la legislazione nazionale e internazionale che le tutela. Il libro è stato pubblicato nella collana di “Conservazione della Natura” del Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con l’ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (oggi Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA).

Il full-text del documento è scaricabile in formato PDF al seguente link:

Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri: indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quad. Cons. Natura, 19, Min. Ambiente – Ist. Naz. Fauna Selvatica.

Premessa

A cura di Adriano Martinoli

Alla fine della stesura del lavoro, gli autori del testo hanno chiesto a Benedetto Lanza di redarre la prefazione al lavoro. Lanza, con la solita cortesia e disponibilità che lo contraddistinguono e con la rigorosità e la sagacia che hanno contribuito a creare il “personaggio”, ha accettato offrendo un contributo, a mio parere (probabilmente non del tutto scevro da faziosità…), di notevole spessore.
Per scelte di tipo editoriale non dipendenti dagli autori, purtroppo la prefazione non è apparsa nella pubblicazione. Rimediamo parzialmente a questa “ingiustizia” riportandola, interamente in queste pagine on-line.

Prefazione inedita (a cura di Benedetto Lanza)

Tutte le volte che mi è stato chiesto di presentare un volume ho sentito un brivido percorrermi la schiena.
Riuscirò a dare un giudizio equilibrato e a non farmi condizionare dal rapporto di colleganza o, come accade più di frequente, di amicizia che mi lega all’autore o agli autori? O, al contrario, il genietto dell’invidia, che cova un po’ in ognuno di noi, non vorrà fare qua e là capolino andando a trovare il pelo nell’uovo oppure a evidenziare il più piccolo e giustificabile errore o la più innocua delle imprecisioni, se non altro alla ricerca di una ben magra consolazione per quelli ben più grossolani nei quali siamo incorsi in passato?
Personalmente, tanto per fare un esempio calzante, non mi si è ancora del tutto rimarginata la ferita per quanto scritto a pagina 218 della mia monografia del 1959 sui Chirotteri della fauna italiana. Ove fa bella mostra di sé l’affermazione che alcune specie di pipistrelli sono, invece che “nettarivore”, “nettarinivore”, specializzate cioè nella degustazione delle nettarinie, gli alati gioielli che con le loro splendide livree rallegrano le zone tropicali del Vecchio Mondo.
Ma nel caso di queste “Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri” non ho avuto fortunatamente da preoccuparmi di alcun fattore rabbrividente, sia in quanto mi erano ben note le capacità e la professionalità degli estensóri dell’opera, sia perché, anche se in maniera saltuaria e incompleta, avevo avuto l’opportunità di seguire l’iter del loro lavoro fin dai primi passi.
Passi tutt’altro che facili, stante la complessità di alcuni degli argomenti trattati e la natura proteiforme di una parte di essi, da un giorno all’altro mutevoli non solo per il continuo ed esorbitante aumento numerico, a crescita esponenziale, delle pubblicazioni, ma anche e soprattutto per il variare o l’espandersi delle visuali della ricerca in séguito all’affermarsi di nuove metodiche, ad esempio di quelle genetiche applicate alla sistematica e alla tassonomia, destinate non di rado a stravolgere in un attimo quelle che ormai ci cullavamo nel ritenere ben affermate certezze.
A tali difficoltà è stato possibile ovviare in buona parte con un lavoro di gruppo che, a differenza di quanto ben di rado si verifica, è ugualmente riuscito a produrre un’opera gradevolmente unitaria e in pratica priva di squilibri tra i diversi capitoli; ciò che è stato reso possibile da una strettissima e continua collaborazione, utilmente battagliera talora, ma sempre e anzitutto cementata dalla comune passione e dalla consapevolezza dell’importanza del fine da raggiungere: quello di fornire un valido aiuto preparatorio e un indispensabile strumento di lavoro a quanti si apprestano a dedicarsi allo studio dei pipistrelli, nonché un’aggiornata fonte di consultazione a coloro che già da tempo li studiano a livello sia amatoriale sia professionale.
Particolarmente significativo, insisto, il valore che l’opera in parola avrà per i neofiti, i quali, soprattutto se dilettanti, corrono frequentemente il pericolo di indirizzare le loro ricerche in maniera non idonea e conseguentemente di raggiungere risultati ripetitivi o non significativi o addirittura errati; il che contribuisce al tempo stesso non solo ad aumentare dannosamente una letteratura già troppo copiosa, ma, fatto ancor più grave, a stressare inutilmente animali la cui esistenza è già minacciata, e in maniera di regola preoccupante, dall’uomo e dalle sue attività.
I pericoli insiti nella pratica di un dilettantismo selvaggio -i cui effetti deleteri possono essere esemplificati da quelli che tuttora si verificano a danno di gruppi particolarmente attraenti come le farfalle e certi Coleotteri- furono da me evidenziati nel corso del Primo Convegno Italiano sui Chirotteri [Castell’Azzara (Grosseto), 1998] e la coscienza della loro esistenza mi spinse a insistere, forse anche in maniera troppo sanguigna, sul fatto che il nascente Gruppo Italiano per la Ricerca sui Chirotteri (GIRC), pur restando aperto a tutti, doveva esser posto, come garanzia di serietà, sotto l’egida dell’Associazione Teriologica Italiana. La proposta venne accettata e, fortunatamente, il GIRC fu in séguito accolto da detta Associazione, ciò che rappresentò senza dubbio un evento importante per assicurare una fondamentale azione di controllo sull’attività di ricerca dei nostri chirotterologi. Se questo fu il primo passo verso un’efficace responsabilizzazione dei nostri studi, mi sembra che il secondo e definitivo passo per il raggiungimento di tale obiettivo debba essere considerata la pubblicazione di queste “Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri”, in quanto essa aggiunge un insostituibile supporto pratico a quello in prevalenza morale offerto dall’Associazione Teriologica Italiana.
Da mettere infine in luce alcuni importanti effetti secondari che si sono verificati in virtù della perfetta osmosi culturale venutasi inevitabilmente a creare tra molti soci del GIRC e quelli che sarebbero stati gli autori delle “Linee guida”; mi riferisco all’attuazione di alcuni importanti progetti di rilevanza nazionale, che sarebbero stati altrimenti irrealizzabili, quali ad esempio: la raccolta e l’elaborazione critica di tutti i dati (pubblicati e museali) sulla distribuzione dei pipistrelli della nostra fauna; l’archiviazione di informazioni, per lo più inedite, sui rifugi utilizzati dai pipistrelli in Italia, con l’intento di individuarne e proteggerne i siti di maggiore importanza per la conservazione delle varie specie; la creazione infine di un sito web interamente dedicato ai Chirotteri italiani e alle ricerche in atto nel nostro Paese, per favorire lo scambio di informazioni in ambito nazionale e internazionale.
Dopo quanto ho scritto è chiaro come il mio giudizio sulla validità e l’utilità dell’opera non possa che essere positivo, e ciò porta ad augurarmi la sua più vasta diffusione, ovviamente fra lettori attenti e -perché no?- anche capaci di fare critiche costruttive. Ma, visto che si tratta di un’opera concepita anche per tenere gli studiosi al corrente dei più recenti sviluppi di alcune branche della scienza chirotterologica e che pertanto necessiterà di ulteriori e forse frequenti aggiornamenti, è a malincuore che non potrò farle un augurio che peraltro avrebbe largamente meritato: ad multos annos!

Associazione Teriologica Italiana Onlus
Dipartimento di Biologia e Biotecnologie "Charles Darwin"
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I-00185 Roma (RM)